Alessandro Pannocchi.

Prima di tutto, se non altro in ossequio alla buona educazione, mi presento.

Mi chiamo Alessandro Pannocchi e faccio il centralinista in una piccola azienda di credito della Toscana. Ho perso la vista all'età di 21 anni, mentre frequentavo l'università per la laurea in scienze biologiche, nel 1971. Questa disavventura ha pesato molto sulla mia vita: ero appassionato di fotografia, di elettronica e, ovviamente, mi piacevano tutte le scienze, per cui insieme alla vista, avevo perso molte cose. Devo sinceramente dire che, con le prime sintesi vocali, potendo riprendere a leggere autonomamente e ad occuparmi di molte cose, il peso della cecità e la sua influenza sulla mia vita sono diminuiti in maniera notevole. E' proprio il caso di dire che l'informatica mi ha permesso di assaporare piaceri che da un pezzo mi erano negati, e, per questo cerco di seguirne costantemente gli sviluppi.

Ma veniamo ora a Winguido e a ciò che rappresenta.

Sin dai primi tempi in cui l'informatica è entrata nel mondo dei non vedenti, accanto ai lettori di schermo, sono stati messi in commercio vari programmi, dedicati a questa o quella sintesi, che funzionavano chi da rubrica telefonica, chi da programma di scrittura, chi da riconoscimento testi.

Erano molto spesso limitati, costosi e soprattutto non rispettavano gli standard dei normali programmi, per cui chi li usava, se da un lato ne traeva indubbi vantaggi, dall'altro aveva in mano un prodotto che conosceva lui solo e che, quindi, lo isolava dagli altri invece che integrarlo. Senza contare poi il fatto che, per avere su un pc la rubrica, il programma di scrittura e l'ocr con l'interfaccia per non vedenti, si spendeva quanto per una automobile. La tendenza aveva solide basi, come dimostra anche l'introduzione al manuale del programma "Parla" di Paolo Graziani, e si giustificava con il fatto di offrire un prodotto di semplice uso, adatto anche ai meno portati per l'informatica, che in questo modo potevano assaporarne i vantaggi.

In parte la cosa era vera ed anche i prezzi erano giustificati dal mercato dei prodotti informatici di allora, ma io ho sempre cercato, ove possibile, di usare prodotti standard, in unione con lettori di schermo, per poter scambiare pareri e conoscenze e cercare di raggiungere un buon livello di integrazione. Oggi questo tipo di prodotti è fortemente diminuito, e quei pochi che si trovano in commercio sono anche abbastanza dignitosi.

Questa premessa serve a spiegare perché, quando nel sito di Giuliano Artico ho letto le prime notizie su Winguido, che non è uno screenreader ma appartiene in qualche modo alla categoria di cui ho parlato, non ho dato molto peso alla cosa: "A cosa potrà mai servire, quando abbiamo Jaws?" mi sono detto. "E se uno non ce l'ha, che cosa mai se ne può fare di un programmino scritto da un dilettante?" Poi la curiosità è stata più forte e sono andato nel sito di Guido Ruggeri.

Leggendo la presentazione che Guido fa, sia di sé stesso che del suo programma, mi sono subito accorto di trovarmi di fronte a qualcosa di insolito: mi ha colpito, in particolare, la franchezza tagliente, quasi ruvida, della sua esposizione, dimostrazione di una profonda partecipazione emotiva del suo autore. Solo chi fa qualcosa di veramente sentito e in cui crede fortemente può avere queste reazioni: di fronte alla indifferenza, alla incomprensione, o peggio, al rifiuto di avvalersi del suo impegno, non ha reagito mandando tutti a quel paese, ma si è "messo in proprio", caricandosi sulle spalle un impegno anche maggiore.

"Questo qui si rimbocca le maniche, merita per lo meno una prova", mi sono detto. E sono partito.

Ogni mia più rosea aspettativa è stata superata da quello che ho visto: Winguido offre molto di più di quanto il suo autore prometta, fa molte cose e, fatto importante, le fa bene.

Ha una interfaccia utente molto intuitiva, che rende molte volte superflua l'esistenza di una guida, ma, nonostante questa semplicità d'uso, ha tutte le opzioni che ti servono: ovviamente, le prime volte, non conoscendo niente sul suo utilizzo, ci serviamo delle cose essenziali senza scendere nei particolari, e allora sembra quasi il solito programmino per principianti. Poi, man mano che ci facciamo amicizia, scopriamo che comincia a saltar fuori un gran numero di opzioni che accontentano anche quelli un po' più smaliziati. E proprio su questo punto devo fare un altro "mea culpa".

Fra le informazioni che ho letto nel sito, prima di installare Winguido, c'era anche quella sulla mancanza di una vera guida per il programma e l'invito dell'autore a scriverla. Così, i primi due o tre giorni, mi ero messo a buttar giù qualcosa, convinto che fosse affare da poco. Dopo una settimana ho cestinato tutto: sono rimasto dell'idea di dare una mano a Guido Ruggeri, ma prima dovrò impadronirmi a pieno del programma, per poi potervelo raccontare senza lasciare indietro nulla. E non è per niente affare da poco, perché le cose da dire sono tante.

Voglio anche che si noti un'altra cosa importante: Winguido è un programma in continua ebollizione ed evoluzione, perché il suo autore tiene in conto le nostre osservazioni di utenti. E' importante perché è un po' come se fossimo noi stessi a scrivere il programma, ma se fosse così sarebbe solo un privilegio di chi lo sapesse fare; invece qui siamo tutti alla pari: basta solo che qualcuno noti un errore od abbia una buona idea e c'è chi provvede a fare quello che occorre. L'errore è corretto e l'idea messa in pratica.

Per finire, rivolgo a tutti una domanda: se una persona sola, pur competente come Guido Ruggeri, con poco tempo a disposizione e senza l'ombra di un aiuto, ha potuto mettere assieme questa bella cosetta, cosa si potrebbe fare se si mettessero in moto le varie associazioni, le università e così via? E ancora: in Italia le cose più interessanti per noi ciechi le hanno fatte persone singole, spendendo il loro tempo e il loro denaro, persone come Ezio Galiano alle quali va tutta la mia gratitudine. E' vero, c'è anche il Cavazza, ma paragonando i mezzi a disposizione, l'opera di queste persone è assai più grande. E allora sarebbe il momento che si smettesse di chiacchierare e farsi belli e si realizzasse qualcosa di valido e concreto. Ultimissima, ma non come importanza, Winguido non costa nulla! Credo di avervi dato qualche spunto su cui meditare, e qualche motivo valido per provare Winguido, se ancora non l'avete fatto, e per collaborare con il suo autore.

Ciao e alle prossime!

Alessandro Pannocchi.

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