Si è svolta ieri a Roma la quinta assemblea ordinaria annuale dell'Associazione Guidiamoci.
Ne parlo precisando che questo è il sito di WinGuido e non il sito ufficiale dell'Associazione, quindi le considerazioni che riporto sono le mie personali, che potrebbero non coincidere con quelle collettive dell'Associazione.
Complessivamente è andata piuttosto bene, meglio di altre assemblee degli anni passati e sicuramente meglio di quella di Bologna dell'anno scorso, che a me non era affatto piaciuta.
Sono venute varie persone a me care, e questo l'ho apprezzato. In particolare, è stata importante la presenza di Gianluca Casalino, noto, oltre che per altri motivi, per essere stato uno dei principali artefici dell'introduzione, in Italia, del programma screen reader NVDA.
L'assemblea ha deliberato, a decorrere dal 2013, l'aumento della quota associativa annuale dagli attuali 30 a 40 euro.
E, questa volta, non mi sono opposto. Ho votato favorevolmente, anzi, io stesso ho fatto partire la proposta di un aumento, affermando che secondo me dovrebbe essere portata persino a 10 volte tanto: 300 o 400 euro.
Non che abbia cambiato la mia vecchia idea secondo cui la quota associativa dovrebbe rimanere bassa, qualcosa di puramente simbolico, per dare modo a chiunque lo desideri di associarsi, e quindi partecipare e contribuire nel modo che preferisce.
Ma questa idea, che avevo ribadito anche l'anno scorso a Bologna, si è rivelata inapplicabile alla luce dei risultati.
Quest'anno abbiamo già raggiunto gli 800 soci. Risultato apprezzabile ed entusiasmante, secondo alcuni. Non positivo secondo me, dato che di questi 800 ce ne sono almeno 600 che l'unica cosa che abbiano fatto, in questi ultimi anni, è stata l'aver pagato la quota associativa: 30 euro, quanto basta a pagare un paio di pizze.
E io di soci che tutto quello che sanno fare è pagare un paio di pizze non so cosa farmene. Preferirei che ce ne fossero solo 50 o 100, ma di quelli veri, che abbiano compreso cosa debba voler dire essere soci della nostra associazione.
Certo, aumentare di 10 volte la quota associativa forse avrebbe portato al risultato di limitare il numero di soci ai pochi veramente motivati, ma avrebbe anche potuto produrre l'effetto di allontanare quelle persone che pure in qualche modo stanno collaborando. Prendiamo, ad esempio, quelli che trasmettono regolarmente cruciverba e giochi, o che partecipano attivamente alle liste di discussione: suppongo che, se dopo tutto il lavoro che già fanno, si sentissero chiedere anche 400 euro per iscriversi all'associazione, ci manderebbero a quel paese.
Lo statuto non prevede la possibilità di differenziare la quota associativa.
E così, non è rimasto che applicare un aumento minimo, solamente da 30 a 40 euro, che comunque lascia la quota associativa ancora inferiore a quella di 50 euro che era stata in vigore nei primi due anni dell'associazione, il 2006 e il 2007.
Comunque lo ribadisco: il pagamento della quota associativa deve essere il contributo minimo. Chi vuole considerarsi socio dell'associazione deve poi o darsi da fare, oppure, se non può o non sa fare altro, contribuire economicamente con donazioni ben più consistenti di un paio di pizze.
Discorso che, come dicevo, hanno dimostrato di aver recepito soltanto circa 200 persone su 800.
Per quanto mi riguarda, ho ribadito la mia posizione personale. L'anno scorso, a Bologna, avevo accettato di rimanere presidente dell'associazione per altri 3 anni. Ne sono rimasti 2. Dubito che 2 anni saranno sufficienti a portare l'associazione in condizioni da poter camminare da sola, anche senza di me, per cui è più verosimile che poi ce ne vorranno almeno altri 3.
Ma il mio obiettivo rimane quello di portare l'associazione a saper andare avanti autonomamente, e a quel punto io potrò decidere più liberamente se, quanto, quando e come continuare a farne parte.
Lo spirito con cui ero partito, anni fa, prima ancora che nascesse Guidiamoci, era quello di ritenermi un libero volontario, non legato in modo permanente a nessuna associazione, ma che di volta in volta collabora dove lo ritiene opportuno.
E, quando mi fu proposto di fondare l'associazione, la mia obiezione fu: "Ma a che serve una nuova associazione? ce ne sono già tante, forse anche troppe!".
Mi fu risposto: "Guarda che se tu vuoi continuare a fare le cose secondo le tue idee e la tua impostazione, ti ci vuole una associazione che sia tua. Altrimenti, non ne troverai nessuna in cui potrai realizzarti pienamente."
Il tempo e i fatti hanno dato ragione a questa affermazione. E' storia nota che alcuni gruppi, associazioni o aziende con cui in questi ultimi anni abbiamo cercato di allacciare rapporti, appena gli è stato dato spazio hanno subito cercato di allungare le mani.
E quando allungano le mani, non rimane che difendersi tagliandogliele.
Taglia qua e taglia là, ne sono rimasti ben pochi.
Perciò, dato che ormai mi sono imbarcato con l'Associazione Guidiamoci, non mi rimane che spingere perché diventi quanto più possibile autonoma. E forse allora potrò ritrovare un modo più equilibrato, più mio, di andare avanti.
Ho trovato interessante una proposta avanzata da Antonio De Angelis, che ha detto: aumentiamo pure la quota di 10 euro, ma stabiliamo che quei 10 euro in più per ogni socio debbano essere destinati ad un progetto ben preciso che l'Associazione si impegni a portare avanti. Altrimenti, rischiano di finire ad alimentare un meccanismo per cui l'associazione avrà sempre più bisogno di denaro e ne chiederà sempre di più, ma perdendo di vista i suoi scopi e gli obiettivi per cui era nata.
Interessante la proposta, ma non l'ho votata. Perché? Perché non ritengo che l'associazione sia ancora abbastanza matura per farlo.
C'è ancora la convinzione diffusa che dire: l'associazione si impegna a sviluppare il tale progetto, equivalga a dire: Guido Ruggeri si impegna a sviluppare il tale progetto.
Atteggiamento dimostrato anche dall'assemblea dell'anno scorso di Bologna, dove pure erano emerse delle idee di un certo interesse, ma che nessuno, in tutto il tempo trascorso, si è occupato di realizzare. Forse perché si è istintivamente dato per scontato che l'avrei fatto io.
E invece, no. Io i miei ruoli ce li ho già, mi occupo dello sviluppo del programma WinGuido, della elaborazione dei giornali quotidiani e di qualche altra cosa, ma non sono disposto a fare nulla di più. Quindi, chiunque dica: l'associazione dovrebbe qui, l'associazione dovrebbe qua, l'associazione dovrebbe là, tanto più se si tratta di un socio, deve avere presente di stare parlando per sé stesso, e non per me.
E finché questo non sarà chiaro, non ritengo che sussistano le condizioni per dire: l'Associazione Guidiamoci si impegna a portare avanti il tale progetto.
Insomma, ci si è incontrati, si è discusso, poi si è andati a cena insieme, e una volta tanto sono arrivato alla fine della giornata senza perdere le staffe.
Viene da chiedermi dov'è finito il Guido Ruggeri di una volta, che se lo mettevi dentro una assemblea cominciava subito a sbraitare, sparando imprecazioni e invettive... sarà solo un problema di bollori che si calmano man mano che l'età avanza, oppure sarà che l'Associazione, dagli e dagli, sta cominciando davvero a funzionare?