La sala concerti del palazzo comunale di Catanzaro è piena zeppa, con le persone rimaste in piedi che traboccano nelle altre sale.

Riporto qui sotto una foto.

In primo piano, da sinistra si vedono: Eugenio, il fratello, Fausto, il figlio, e Domenica, la moglie.

Ho percepito che le persone venute a rendere omaggio a Ezio Galiano lo ricordano essenzialmente per il suo ruolo di professore e di preside, e per quanto ha realizzato nel campo dell'istruzione e della cultura.

L'attività che ha svolto Ezio negli anni della pensione, quella a favore dei non vedenti per cui qui l'abbiamo conosciuto, è invece meno nota e meno sentita, come fosse un semplice completamento di qualcosa di più grande avvenuto in precedenza.

Per me è diverso. Io ho cominciato a sentir parlare di Ezio Galiano solo poco più di una decina di anni fa, e l'ho conosciuto di persona nel 2002.

Non ho quindi vissuto tutta la sua lunga storia precedente, in cui prendeva in mano le scuole di Catanzaro, i suoi insegnanti, e, con tenacia e perseveranza, li faceva funzionare.

Per me, piuttosto che un insigne professore, Ezio è stato un allievo a cui insegnavo come sfruttare meglio il computer per gli scopi che si prefiggeva.

L'ho conosciuto che era già una persona anziana e, come si suol dire, invecchiando si ritorna un po' bambini.

A volte era proprio questa l'impressione che ne avevo: un gran bambinone che aveva bisogno di sentirsi protetto.

Un'immagine di Ezio che non so se tutte quelle altre persone, che sono stati suoi amici, colleghi e studenti, potrebbero condividere.

Tra le varie cose di cui si è parlato, l'iniziativa di intitolargli una strada, notizia confermata pubblicamente alla presenza del sindaco di Catanzaro.

E' stato detto: cosa ci scriveremo, in fondo a quella targa stradale? Di solito ci va una riga, poche parole per dire chi fosse stata quella persona.

Perciò ci sarà scritto: "Via Ezio Galiano, 1923 - 2010". E poi?

E' stato proposto: "Uomo degno di questo nome"...

Ritorno.