Musica e spettacolo contro le diversità: appuntamento con le "Voci d'inverno", a Lodi, teatrino di San Fereolo, 20 dicembre 2008, ore 21.
Di band così al mondo ce n'è soltanto un'altra, in Ohio; per il resto nessun gruppo musicale può vantare lo stesso organico degli Alambicus, quattro musicisti e tre vocalist provenienti da tutta Italia e accumunati da un'unica caratteristica: la cecità.
A dire il vero uno di loro l'unico ci vede benissimo: si tratta di Gino Tortora, il bassista, e sarà lui a sorvegliare che sul palco del teatrino di San Fereolo tutto fili liscio e il concerto (in programma per le 21 di sabato 20 dicembre) si concluda senza imprevisti.
"Voci d'inverno", però, non è un semplice evento musicale: tra un brano e l'altro della scaletta ci sarà spazio per alcuni sketch comici portati in scena dai soci dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici), un modo per guardare attraverso la lente dell'ironia i problemi che costellano la vita quotidiana di un non vedente.
"Sarà insomma un distillato di positività" lo ha definito la vocalist Roberta Mancini alla conferenza stampa che si è svolta ieri mattina in municipio con i rappresentanti del comune e della provincia di Lodi che, assieme alla regione Lombardia, hanno patrocinato un'iniziativa giunta ormai sua terza edizione.
"Sono già tre anni che collaboriamo con l'Uici di Lodi per la realizzazione di questo spettacolo" ha detto l'assessore ai Servizi sociali del comune Silvana Cesani "ma cerchiamo di essere vicini alle esigenze di queste persone anche attraverso un progetto per rimuovere le tante barriere architettoniche ancora presenti in città, che impediscono loro di avere libero accesso alle strutture, ai luoghi pubblici e alle strade di Lodi".
Le barriere più difficili da abbattere però sono altre, "è la mancanza di rispetto e di considerazione dei cosiddetti normali" ha sottolineato Giovanni Vangi, presidente della sezione Uici di Lodi "è la difficoltà a farci conoscere per quello che siamo, al di là del sentimento di pietà con cui la maggior parte della gente ancora ci considera".
Il concerto degli Alambicus è allora un invito all'integrazione e non alla commiserazione, un'affermazione di pari dignità piuttosto che un tentativo di emulazione, e per chi ancora credesse di essere di fronte a uno spettacolo di dilettanti, ci penseranno i Bujaka a confermarne la qualità musicale: "Abbiamo deciso di coinvolgere questo gruppo perchè i Bujaka si sono sempre dimostrati sensibili verso le tematiche sociali" spiega Vangi "e anche in questo caso hanno accolto con molto piacere il nostro invito".
A colpire il pubblico però, più che la bravura tecnica dei singoli musicisti, sarà l'intraprendenza dimostrata dagli Alambicus, una forza che nelle parole dell'assessore alla Cultura della provincia Mauro Soldati "non deriva dalla paura di non essere ascoltati, ma dalla consapevolezza di poter creare occasioni di incontro e sensibilizzazione aperte a tutti".